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Secondo il popolo Dogon, all’inizio esisteva solamente Amma, il dio creatore, egli creò l’universo partendo da un uovo cosmico che conteneva tutto: il sole, la luna, le stelle, l’acqua, la terra e persino il tempo.

All’interno dell’uovo c’erano due spiriti gemelli, ma uno di essi, impaziente, uscì troppo presto e causò uno squilibrio nel mondo. Per rimediare, Amma creò l’ordine cosmico, mettendo al proprio posto ogni elemento: il cielo in alto, la terra in basso, il sole per dare calore, l’acqua per la vita.

Secondo i Dogon, il movimento delle stelle e dei pianeti è parte di un ritmo sacro, stabilito da Amma per mantenere l’armonia dell’universo.

Questo mito insegna loro a vivere in equilibrio con la natura e, soprattutto a rispettare l’ordine del cosmo; Seguono rituali legati ai cicli della natura e credono nell’armonia tra due forze opposte.

Parlano anche di tradizioni religiose e sociali

MITO DI NUT E GEB

 

Secondo la mitologia egizia, Nut è la dea del cielo e Geb il dio della terra. All'inizio dei tempi, erano uniti in un abbraccio così stretto che nulla poteva esistere: non c’era spazio, né luce, né vita.

Il dio creatore Ra ordinò allora a Shu, dio dell’aria, di separarli. Shu sollevò Nut verso l’alto, creando il cielo, e lasciò Geb in basso, formando la terra.

In questo modo nacque l’universo ordinato. Nut e Geb, anche se separati, si amavano profondamente e il loro legame è rappresentato dal ciclo del giorno e della notte: Nut ogni sera ingoia il sole e lo partorisce ogni mattina.

Insieme, Nut e Geb ebbero cinque figli divini: Osiride, Iside, Set, Nephthys e Horus il Vecchio.

 

Questo mito simboleggia la nascita dell’ordine cosmico, la separazione degli elementi e il ciclo eterno della vita.

All'inizio dei tempi esistevano solo due divinità primordiali: Apsu (Dio delle acque dolci) e Tiamat (dea delle acque salate), che generarono gli dei più giovani. Questi però disturbavano la quiete di Apsu, che decise di eliminarli, ma fu ucciso da Ea, uno degli dei giovani.

Tiamat, furiosa, creò un esercito di mostri guidato da Kingu, suo nuovo compagno, per vendicare Apsu. Gli dei, impauriti, chiamarono in aiuto Marduk, figlio di Ea, che accettò di combattere a patto di diventare il re degli dei.

Marduk sconfisse Tiamat in uno scontro epico, poi divise il suo corpo per creare il cielo e la Terra, ordinando così il cosmo.

Uccise anche Kingu e, dal suo sangue, creò l'umanità, con lo scopo di servire gli dei.

Secondo la mitologia finlandese, il mondo è stato creato da Ilmatar, figlia del dio Ukko, il sovrano supremo degli dei ed entità paragonabile a Zeus per gli antichi greci.

 

Ilmatar, spirito vergine e una dea dell’aria, scende a riposare in acque calme per 700 anni. Quando si sveglia, un uccello atterra sulle sue ginocchia e depone sette uova, di cui sei fatte d’oro e una di ferro. Le uova cadono dal suo grembo, atterrando in acqua. Le uova si frantumano sotto di lei, creando la Terra. Il fondo del guscio forma la terra, mentre la parte superiore del guscio forma il cielo. L'albume dell’uovo forma la luna e le stelle, mentre il tuorlo forma il sole.

Secondo gli Akan del Ghana, l’universo è stato generato da Nyame, dea-madre identificabile con la Luna, a cui si aggiunge l’immagine di un lungo serpente, spesso associato all’arcobaleno. Il mito cosmogonico del serpente lo si ritrova nell’Africa Occidentale, spesso rappresentato da un grande pitone.

Dal sud dell’Algeria, sino a Timbuctu, il primo essere che fu creato era un enorme serpente, chiamato Minia. Il mondo e tutte le forme di vita sarebbero stati concepiti dal suo corpo.

Il serpente è proprio una delle creature che si ritrova spesso nei miti cosmogonici africani.

L’idea di un serpente cosmico come forza primordiale della creazione è particolarmente importante. All’inizio dei tempi, questo gigantesco serpente si arrotolò attorno alla terra informe, riunendo così tutto ciò che è presente nel mondo e nel cosmo.

Secondo i Fon, il serpente svolge ancora un’importante funzione, ovvero si muove in modo permanente, influenzando, attraverso la sua spirale, il moto dei corpi celesti. Queste credenze cosmogoniche vengono rappresentate tramite l’arte, come dimostrano alcune teste di serpente in bronzo del Regno del Benin, molto diffuse tra il XV e il XVIII secolo.

All’inizio di tutto, Cielo e Terra non esistevano. C’era solo un grande uovo che conteneva il Caos e dentro l’uovo nacque Pangu il creatore.

Pangu dopo diciottomila anni divenne un gigante, così ruppe il guscio con il gomito e uscì fuori.

Il bianco dell’uovo diventò il Cielo e il tuorlo la Terra, e Pangu rimase con i piedi fissi al suolo e la testa fra le nuvole per non far mescolare il bianco e il tuorlo.

Poi il Cielo cominciò ad alzarsi, la Terra ad abbassarsi e il corpo di Pangu dovette allungarsi molto.

Dopo altri diciottomila anni, finalmente, si formarono Cielo e Terra: erano lontanissimi e il corpo di Pangu era lunghissimo.

Lo sforzo terribile alla fine uccise Pangu. Così il gigante cadde e si trasformò: dal suo corpo nacquero le montagne, dai suoi muscoli i campi, dalle vene strade e sentieri, dalla barba e dai capelli le stelle e le comete, dai denti e dalle ossa i metalli, le pietre e le perle. I peli di Pangu si trasformarono in alberi, la sua voce in vento, il suo sangue in fiumi. Dai pidocchi che aveva

sul corpo nacquero gli uomini, gli animali, e il mondo intero, così come lo conosciamo.

Mitica 3ae