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Proposta 2

La didattica laboratoriale promuove la motivazione e l’inclusione, fornisce una strategia di insegnamento molto importante, soprattutto, per gli studenti che hanno difficoltà di apprendimento. All’inizio della mia carriera di docente, ho notato che, il laboratorio, era vissuto, dai ragazzi, come momento di “evasione” dalla tradizionale routine scolastica.

Con l’esperienza sono riuscita, forse, a fargli capire che il laboratorio è uno spazio nel quale poter fare esperienze insieme agli altri, dove si imparano ad usare procedure, materiali, strumenti, dove si riflettere su quanto si sta facendo. Nel laboratorio è possibile sperimentare, provare e riprovare, cercare le soluzioni, senza l’assillo del tempo e del risultato ad ogni costo, sperimentare. Per arrivare a ciò ho dovuto anche modificare il mio compito, cioè diventare un creatore, un promotore di occasioni di apprendimento. Ad esempio suddividere il progetto (inteso come la meta) in tanti itinerari (obiettivi), utilizzando tracce, schemi modificabili in corso d’opera, questo per evitare di operare a caso.

Con tali sequenze di attività gli alunni vengono motivati e guidati a svolgere l’attività di laboratorio e in questo modo il docente riesce a resistere alla tentazione di esporre i concetti prima che gli alunni li abbiano scoperti cioè il docente ha “il coraggio di non dire”.

 

F. M. Nicolosi

Credo fortemente che l'"imparare facendo" sia il metodo più inclusivo e universale in assoluto. A mio parere il laboratorio, come metodo, dovrebbe appartenere ad ogni disciplina e argomento e ad ogni contesto e si dovrebbe poter pensare e progettare a partire da una normalissima aula. Le risorse materiali possono essere anche quelle più semplici, contrariamente a quanto si possa pensare, meglio se recuperate e da riutilizzare (stimolano di gran lunga la creatività e fanno bene all'ambiente, a cui spesso dedichiamo troppa poca attenzione a scuola). Bisognerà avere un obiettivo chiaro, meglio se nasce a partire da un problema di vita reale, cos'ì sarà più sfidante. Inoltre il coinvolgimento degli studenti (nel mio caso di scuola primaria) per molte fasi di un laboratorio, a partire già dell'ideazione (da dove partiamo, dove vogliamo arrivare, cosa ci serve ecc..) motiva molto gli studenti, li gratifica, li fa sentire parte di una comunità e contribuisce a costruire competenze reali. Come leggevo da alcuni colleghi il learning by doing, che dovrebbe essere la migliore soluzione nella scuola di oggi, per un apprendimento attivo, efficace e motivato diventa l'eccezione anche a casa e quindi promuoviamolo sempre!

 

Maria Paola Salerno

Proposta 2:

Gli ostacoli maggiori per un'attività laboratoriale nella Scuola Secondaria di Primo Grado sono la scarsità di strumentazione e materiale e spesso la mancanza di spazi dedicati (sicuramente è la situazione della scuola in cui lavoro attualmente). Il laboratorio deve quindi il più possibile prevedere attività che possono essere svolte anche in classe o in giardino e che gli studenti portino buona parte dei materiali o dei dispositivi necessari (il che può essere poco inclusivo per gli studenti che hanno un disagio economico quindi può essere opportuno limitare i materiali da reperire a materiali di recupero o "rifiuti"). Ritengo che l'attività debba essere spiegata chiaramente e che le varie fasi di lavoro debbano essere note agli alunni fin dall'inizio, all'interno di ciascuna fase predefinita la libertà di azione nel svolgere il compito può essere un vantaggio, in particolar modo per l'aspetto inclusivo che ne deriva. Il cooperative learning che emerge durante le attività laboratoriali, in particolare quelle di gruppo, può comprendere maggior possibilità di spiegazione tramite esempi pratici e visivi svolti dai compagni quindi ritengo sia preferibile che le attività vengano svolte in presenza. Recentemente ho svolto una semplice attività laboratoriale a coppie relativa alle etichette alimentari. Ho proposto ai ragazzi di procurarsi un paio di confezioni di alimenti simili (ad es 2 pacchi di riso, 2 confezioni di yogurt, ecc..) e di portarle a scuola. In classe ho dato loro una scheda di lettura delle etichette alimentari che ricordava cosa dovesse essere presente per legge e cosa potesse esserci facoltativamente. Ho loro chiesto di trovare le informazioni su entrambe le confezioni e confrontarle e di scambiarsi opinioni e valutazioni in merito. Infine dovevano creare loro un'etichetta di un prodotto inventato. Ritengo li abbia coinvolti e aiutati nella comprensione delle etichette, nel consumo consapevole e nel dialogo tra pari su temi diversi da quelli da loro generalmente trattati.

 

Chiara Caterina Borghi

Corso B2.A 21 aprile 2022

 

In quanto docente di sostegno ritengo fondamentale il metodo operativo del laboratorio nell’ambito dell’attività didattica perché da un lato consente l’inclusività e dall’altro permette allo studente di lavorare sui problemi, di porre attenzione ai processi, di sviluppare capacità e attitudini all’operatività. Ricorro spesso all’attività laboratoriale intendendo il laboratorio in senso molto ampio: come spazio fisico, operativo e concettuale opportunamente allestito per una specifica esperienza e attività formativa. Il laboratorio mi consente di realizzare attività finalizzate, intenzionalmente preparate per raggiungere un risultato attraverso procedure concrete. Gli alunni si trovano a ragionare a confrontarsi su compiti reali, per cui il sapere e il fare sono intimamente congiunti nell’agire. Con il laboratorio gli studenti dominano il senso del loro apprendimento perché operano concretamente. Il mio ruolo di docente in questo contesto è quello di regista del processo di insegnamento-apprendimento. Un’ attività laboratoriale interessante organizzata con i ragazzi e che ha interessato la disciplina della storia è stata quella di voler creare una linea del tempo. E’ stata un’attività che ha coinvolto molto i ragazzi e ha richiesto un certo impegno e molta collaborazione tra di loro. Gli allievi hanno dovuto individuare all’interno dei periodi storici eventi significativi anche con l’aiuto dell’insegnante che ha fornito delle informazioni. I ragazzi hanno usato la retta per la successione temporale degli avvenimenti. La parte più interessante è stata quella in cui hanno arricchito la cronologia degli eventi con titoli, immagi di oggetti, di edifici, con la spiegazione di termini legati ai periodi storici.

Ranieri Ornella

2)Come docente teorico di elettronica\telecomunicazioni ritengo che la didattica laboratoriale sia molto importante sia dal punto di vista prettamente didattico sia dal punto di vista relazionale. Prediligo organizzare i laboratori dividendo la classe in gruppi di alunni con personalità abbastanza diverse onde mettere in collaborazione stili cognitivi ed espositivi diversi. Oltre i laboratori prettamente tecnici ho strutturato una didattica laboratoriale per strutturare un "formulario di classe" da poter sfruttare come veloce ripetizione di concetti e per fornire maggior supporto agli studenti BES\DSA durante i compiti in classe e le interrogazioni (nel caso in cui il PDP lo prevedesse). HO dato delle scadenze ben precise per la consegna per promuovere senso di responsabilità nei confronti degli altri studenti del gruppo. Attraverso questa semplice esperienza,glistudenti,tramite cooperative learning e peer tutoring hanno potuto "promuovere " empatia e socializzazione. Per ogni UDA venivano scelti dai ragazzi i due formulari secondo loro migliori e tra questi, il professore sceglieva quello "vincitore" per l'UDA trattata. Solo per i vincitori c'era una valutazione positiva sul registro. In questo modo si favoriva anche una "sana competizione" che spronava tutti i componenti del gruppo, anche quelli generalmente meno attivi,alla collaborazione per il raggiungimento di un fine comune. Una didattica laboratoriale simile si potrebbe riproporre in tutte le tipologie di materie, anche in qulle umanistiche: si potrebbero sostituire formule e concetti con piccoli riassunti o linee guida per ricordare argomenti (ad esempio di storia o autori di letteratura). In definitiva sarebbe preferibile impostare un'attività laboratoriale con delle linee guida iniziali ma lasciando spirito di iniziativa ed inventiva agli studenti essendo aperti alle piu' disparate possibilità che in questo caso la mente umana puo' fornirci. Francesco De Seriis

Proposta 1

Penso che gli studenti possano incontrare delle difficoltà nel rielaborare le informazioni raccolte e nel creare un collegamento interdisciplinare tra le varie discipline coinvolte.

Magari si potrebbero suggerire delle parole chiave in base alle quali riorganizzare tutte le info raccolte.

 

F.M. Nicolosi

Proposta 2.

Sicuramente la formazione del gruppo classe facilita lo scambio di informazione e il dare e ricevere aiuto, in quanto i ragazzi non si sentono giudicati, ma fanno parte di un percorso comune. Quindi un clima sereno favorisce l'apprendimento. Altro punto fondamentale per un laboratorio efficace è la chiarezza, al di là se la prova è strutturata o "libera" dare messaggi chiari dell'obiettivo da raggiungere. Apprezzare la creatività, anche quando ciò significa discostarsi dalla "risposta attesa".

Mariangela Molè

Per dare e ricevere aiuto bisogna... chiederlo! Quindi anche se il professore conosce cosa fare... può porre lui delle domande (autentiche e non didattiche) ai ragazzi su come farebbero a risolvere un "suo" problema. Questo li potrà far sentire competenti.

Un'attività troppo strutturata potrebbe avere un prodotto poco didattico (il classico esercizio), non strutturata può far perdere i ragazzi... ma potrebbe anche far sorgere domande, per procurarsi informazioni, che è già una prima forma di partecipazione. Il laboratorio deve essere necessariamente in presenza solo così potranno veramente incontrare le esigenze altrui (on line c'è il rischio di autoesclusione di chi non capisce e a casa ci sono troppe distrazioni). In presenza si deve invece partecipare, chiedere ecc... occupare lo stesso spazio nello stesso tempo implica una relazione.

Anche le discipline non tecnologiche possono applicare un metodo laboratoriale... magari nel leggere un libro voluminoso in poco tempo ogni membro del gruppo legge una parte e poi lo esporrà a chi deve leggere la parte successiva.

Le mie materie hanno il 50% di ore di laboratorio, per renderli autonomi e competenti, anziché spiegare direttamente io le cose, potrei procurare dei materiali su cui studiare (ad esempio manuali)... se non capiscono possono chiedere al compagno, se nessuno ha capito subentra il prof (la cui professionalità è sia nello spiegare che nel procurare i materiali da cui attingere).

 

Gabriele Mastropasqua

21 aprile: pedagogia empirica